Gli occhi e la cornice che li circonda, rappresentano la zona del volto più significativa. Infatti gli occhi sono il principale mezzo per trasmettere le emozioni che viviamo, i nostri pensieri, stati d’animo e gli aspetti più profondi del nostro essere. Non a caso si dice che “gli occhi sono lo specchio dell’anima”, perché di fatto sono la parte di noi che svela di più la nostra interiorità e il nostro sentire.
Sarà forse per questo motivo che l’attenzione dell’osservatore nel guardare un volto, viene catturata in primo luogo proprio dallo sguardo più che ogni altra parte del viso?
Gli occhi sono però anche zona del volto che risente maggiormente dello scorrere del tempo e già a partire dai 25 anni cominciano a mostrare i primissimi segni dell’invecchiamento.
Alcuni studi hanno dimostrato che quando ci viene chiesto di valutare l’età e la stanchezza di una persona, la nostra attenzione cade immediatamente sulla zona perioculare e sugli occhi. Tale studio evidenzia anche che, tendiamo a considerare una persona più anziana e più stanca, se questa zona è particolarmente segnata ed invecchiata.
Anche i pazienti che si rivolgono al medico estetico, spesso già intorno ai 35-40 anni, lamentano di vedersi cambiati e invecchiati, e identificano la causa di ciò nel cambiamento della regione perioculare.
Sarà per questo che circa il 70 % dei pazienti che si rivolge al medico o chirurgo estetico, vorrebbero migliorare il proprio sguardo, e che i trattamenti di questa zona, rappresentano circa l’80% di tutti i trattamenti eseguiti.
Nonostante sia tanto richiesto, il trattamento della regione perioculare resta uno dei trattamenti più complessi perché richiede la valutazione e la correzione di molteplici aspetti, con il giusto approccio e le adeguate tecniche, e perché questa zona anatomica, è di per sè estremamente delicata.
Le cause dell’invecchiamento della regione perioculare sono diverse: da una parte c’è un rilassamento e una caduta dei tessuti, dall’altra c’è una perdita di volumi dovuta al riassorbimento del grasso dei compartimenti profondi e del tessuto osseo scheletrico. Come conseguenza di ciò si potrà avere una scheletrizzazione delle orbite, una caduta delle sopracciglia, un arrotondamento del canto esterno dell’occhio, la comparsa di borse palpebrali e occhiaie, la ptosi delle palpebre, l’evidenziarsi di rughe sulla zona perioculare e di profondi solchi sulla zona orbito malare.
Mentre un occhio giovane e piacevole presenta caratteristiche ben diverse: una forma mandorlata, un angolo acuto, una palpebra corta, sopracciglia alte, una zona di transizione tra la palpebra e la guancia, morbida e armoniosa,
Fino a pochi anni fà, l’approccio terapeutico più comune per il trattamento degli occhi e della regione perioculare era quello chirurgico e le tecniche non chirurgiche erano scarse e poco comuni. Ultimamente l’approccio generale nel mondo della medicina estetica è cambiato molto, e la tendenza sempre più diffusa, è quella di interventi sempre meno invasivi e di trattamenti non più di un singolo punto, ma di comparti interi del viso o di tutto il viso. I pazienti richiedono sempre di più trattamenti non chirurgici e noi medici dobbiamo cercare di rispondere a questa richiesta, con tutti gli strumenti a disposizione, assicurando però risultati il più vicini possibile a quelli della chirurgia.
Ovviamente, non sempre con i trattamenti non chirurgici si può ottenere ciò che si ottiene con il bisturi, ad esempio in presenza di borse palpebrali importanti, non c’è nulla che possa dare un risultato paragonabile a una blefaroplastica inferiore. Ma in moltissimi altri casi invece, la chirurgia potrebbe dare un effetto addirittura peggiorativo, mentre un trattamento combinato con filler di acido ialuronico e tossina botulinica, può consentirci di ottenere splendidi risultati. Altre volte ancora, chirurgia e medicina estetica lavorano in sinergia per ottenere il risultato ottimale, riducendo magari la ptosi palpebrale superiore con una blefaroplastica e un lifting del sopracciglio, e andando poi a rifinire la cornice oculare, gli zigomi, le tempie e le palpebre inferiori, con iniezioni di acido ialuronico di diversa densità.
Dovendo scegliere il giusto approccio a questa regione, dobbiamo tenere sempre presente la situazione di partenza del paziente, le sue richieste e preferenze estetiche, ma anche le sue esigenze lavorative, sociali ed economiche. Nella mia esperienza, per il paziente, il trattamento ottimale è sempre un trattamento con le seguenti caratteristiche: efficacia, sicurezza, scarsa invasività e dolore, tempi di recupero rapidi o immediati e costo contenuto.
Per rispondere a queste esigenze, dobbiamo essere in grado di utilizzare la nostra siringa di acido ialuronico, come il pennello di un pittore che abilmente corregge e maschera i difetti, riequilibra i volumi, riempie i solchi, risolleva i tessuti, migliora la qualità della pelle, il tutto, con piccole dosi di prodotto, edema e dolore ridottissimi e ritorno immediato alla vita sociale; ricorrendo alla chirurgia solo quando inevitabile.
Infatti, con la giusta tecnica, il giusto prodotto nella giusta quantità e nel piano corretto, possiamo dare supporto ai tessuti con effetto di sospensione delle zone ptosiche e rilassate e possiamo addolcire le aree di transizione, eliminando l’aspetto evidente dei solchi e delle rughe (come insegna il Professor Francesco Bernardini, Chirurgo Oculo Plastico di Genova).
L’area perioculare non è solo la più significativa del volto, ma anche la più difficile da trattare, ma con le giuste accortezze, conoscenze e strumenti adeguati, possiamo ottenere ottimi risultati della durata di oltre 12 mesi, nella totale sicurezza e rispetto della naturalezza e unicità dello sguardo di ciascun paziente.